Dal 7 all’11 giugno, per la prima volta prende vita dentro Resilienze Festival una summer school pensata per chi vuole generare un cambiamento (all’interno della propria organizzazione, amministrazione o della propria comunità) verso un modello ecologico di equilibrio tra esseri umani e Natura, tra sistemi produttivi e di consumo e tutela di tutte le forme di vita sulla Terra.
Uno spazio di formazione transdisciplinare, creato dall’incrocio tra arte e scienza, tra cultura umanistica e scienze naturali; una palestra dove allenarsi a fare le domande giuste per contribuire a generare un futuro desiderabile.
NUOVI SGUARDI SULLA NEUTRALITÀ CLIMATICA
L’orizzonte politico per risolvere la crisi climatica è confuso e spesso incoerente, ma qualcosa su cui tutti sembrano concordare è la corsa verso la neutralità, previsto nella European Climate Law e dall’ European Green Deal entro il 2050. Bologna, la città in cui si svolge la summer school, è una delle 100 città che si impegnano a raggiungere questo target ambizioso entro il 2030.
La nuova edizione del festival ideato da Kilowatt vuole quindi immergersi nella complessità di questo panorama internazionale problematizzando il tema della neutralità: ma come si raggiunge il net-zero? Possiamo davvero essere neutrali? E ancora, che forme può prendere un futuro carbon neutral?
Crediamo che per rispondere alle sfide della contemporaneità, prima di tutto il cambiamento climatico, non bastino le soluzioni tecniche, non basti sostituire una forma di energia con un’altra, non basti piantare alberi. Rifiutiamo le soluzioni riduzioniste, la transizione ecologica deve essere prima di tutto una transizione culturale, e per questo è necessario saper immaginare un futuro diverso dal presente, saper coinvolgere le persone, ridisegnare le relazioni e le gerarchie, costruire le condizioni perché i cambiamenti vengano accolti e adottati. Vogliamo ripartire dalla relazione tra natura e cultura, tra scienza, tecnica e arte per poter immaginare una nuova forma di equilibrio e convivenza basata su dinamiche tutte da inventare.
I limiti del nostro linguaggio sono i limiti del nostro mondo
Ludwig Wittgenstein